Marco Pio Mucci | Come una strega una mattina, una mattina italiana
Si inizia a passeggiare, per poi arrivare a destinazione con naturalezza.
Si va in studio: una sigaretta, un caffè. Un altro caffè, ancora e ancora.
Si realizzano immagini immagazzinate con la malinconia di giornate…
Le sale giochi sono un luogo iconico in Italia; sono state necessarie per la crescita del mio immaginare.
Mentre si gioca, si spera, si intuisce; ci sono tentativi interessati, previsioni.
Attorno a un tavolo da biliardo può accadere di tutto.
Sono interessato alla composizione dell’immagine, che è dettata dal gioco, da un modo di meditare e di gestire lo spazio attraverso la materia.
Nell’immagine ci sono moltitudine, visione, scelta, a partire dalle forme geometriche basilari:
cerchio, rettangolo, quadrato, ecc., per arrivare a fruire le forme scultoree, come le sfere e gli spazi vuoti.
I pomeriggi sono pigri, le serate elettriche.
Le atmosfere dei biliardi raggruppano tutte le stratificazioni sociali e di genere: la compagnia è universale.
Giocavo soprattutto con le streghe.
Durante le partite prendo riferimenti, scattando foto, disegnando, per riandare in studio il giorno seguente, magari passeggiando a piedi per più di un’ora.
Partendo da casa, iniziano a sedimentarsi le prime immagini, accompagnate dall’entusiasmo vitale e primordiale del camminare, ricordare, prevedere, con in sottofondo Lana Del Rey o i Boston.
La pittura è la giusta conseguenza.
La ricerca del colore è necessaria e precisa. In studio si genera attraverso stratificazioni che tentano di eliminare una prima immagine chiara e nitida.
Tutto può essere altro: una natura morta, un paesaggio urbano architettonico, un paesaggio visionario.








